Sono Tornato (2018)

Regia: Luca Miniero

Nazionalità: Italia
Anno di uscita: 2018
Genere: commedia, satirico
Durata: 100′

SCHEDA IMDB
TRAILER

Cast (attori principali): Massimo Popolizio (Benito Mussolini), Frank Matano (Andrea Canaletti), Stefania Rocca (Katia Bellini), Gioele Dix (Daniele Leonardi), Eleonora Belcamino (Francesca), Ariella Reggio (nonna Lea)

Cast tecnico:
soggetto: dal romanzo Lui è tornato di Timur Vermes (non accreditato); sceneggiatura: Luca Miniero, Daniele Guaglianone; Fotografia: Guido Michelotti; Montaggio: Valentina Mariani; Musica: Pasquale Catalano; Scenografia: Tonino Zera; Costumi: Eleonora Rella; Suono: Maricetta Lombardo (presa diretta), Lilio Rosato (montaggio), Gianni Pallotto (mix); Effetti visivi (VFX): Pasquale Di Viccaro;

Produzione: Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib per Indiana Production
Produzione esecutiva: Ferdinando Bonifazi, Daniel Campos Pavoncelli
Distribuzione Italiana: Vision Distribution
Data di uscita: 1 febbraio 2018

Intreccio e personaggi         

Roma, 27 aprile 2017: mentre un gruppo di bambini sta giocando a pallone nei giardini di piazza Vittorio, un lampo squarcia l’aria e accanto alla “porta magica” viene catapultato un redivivo Benito Mussolini. La sua apparizione non viene notata dai presenti ma viene casualmente filmata da Andrea Canaletti, un giovane filmmaker che, pensando di aver incontrato un comico molto bravo nel fare l’imitazione del Duce, ne rimane affascinato e gli propone di realizzare un documentario insieme. I due protagonisti iniziano così una surreale frequentazione che li porta in giro per l’Italia a ricevere testimonianze pronte a tramutarsi in contributi video con un numero sempre più crescente di visualizzazioni. Canaletti decide così di proporre un progetto a Daniele Leonardi (che riveste la funzione dell’intermediario nella narrazione), frustrato vicepresidente di un canale tv. È proprio Leonardi a permettere l’incontro tra Mussolini e la neodirettrice di rete, la perfida e spregiudicata Katia Bellini, affascinata così tanto dal personaggio da affidargli un programma tv. Scambiata come satira, la trasmissione diviene un successo, ma proprio quando sembra che l’ascesa del protagonista sia inarrestabile, un video che lo ritrae mentre spara a un cagnolino, ne fa sprofondare il gradimento. Tuttavia Katia Bellini non si arrende e propone un nuovo format televisivo sul “perdono” in cui prova a rimettere al centro la figura del Duce. Proprio nel momento in cui va in onda, Canaletti, ormai fatto fuori dall’emittente, si accorge di aver avuto a che fare non con un comico, ma con il vero Mussolini.

Temi         

Remake di un film di produzione tedesca del 2015 (Er ist wieder da/Lui è tornato di David Wnendt), il film adatta alla realtà italiana la situazione descritta nell’omonimo romanzo di Timur Vermes in cui il protagonista è Hitler. Come già nelle versioni precedenti versioni, quello del ritorno è dunque il tema centrale del lungometraggio di Luca Miniero e la sua esplicita inverosimiglianza (che attiva la suspension of disbelief dello spettatore) gli permette di giocare su una serie di contrasti che diventano il motore della narrazione. A cominciare dall’incontro/scontro tra due epoche, che produce non solo molte e spassose gag, ma anche continui cortocircuiti tra il presente e il passato che portano all’inevitabile confronto. E proseguendo con il rapporto tra realtà e finzione, la cui linea di confine è talmente labile da non essere compresa quasi da nessuno dei personaggi. Ad eccezione dell’anziana nonna di Francesca, l’unica a riconoscere veramente il Duce quando se lo ritrova improvvisamente di fronte. La sua agnizione (ovvero il riconoscimento del personaggio nella sua reale identità) è infatti decisiva per chiarire come il tema del rimosso sia altrettanto rilevante, perché in tal modo tocca anche quello della Memoria, la cui necessità emerge proprio in tale passaggio narrativo.

Linguaggio        

Anche sul piano linguistico il rapporto contrastivo tra diversi elementi è ricorrente e sempre funzionale alla narrazione. A cominciare dalla scelta del regista di organizzarla ricorrendo a due differenti punti di vista che si alternano: quello del Duce e quello di Canaletti. Se però il primo riproduce la scelta della “prima persona” del romanzo e si articola attraverso il frequente ricorso a inquadrature in soggettiva (ovvero quando la camera è posizionata al posto degli occhi di un personaggio e ne riproduce esattamente lo sguardo) e alla sua voice-over che ne traduce i pensieri, quello del giovane co-protagonista si distanzia dal testo d’origine per offrirsi come l’unica vera alternativa.

In secondo luogo perché il rapporto contrastivo è applicato anche ai diversi materiali utilizzati nella narrazione, come evidente fin dalla prima sequenza. Per l’intera durata del film infatti, fiction e documentario si alternano e si scambiano, permettendo al reale di entrare nella finzione e, viceversa, alla finzione di entrare nella realtà (si pensi alle sequenze del viaggio in Italia e quella finale). Ma anche a una commedia di cambiare di segno e di trasformarsi in tragedia.

Scheda didattica redatta da Francesco Crispino

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