Monos – Un gioco da ragazzi (2019)

Regia: Alejandro Landes

Titolo originale: Monos
Nazionalità: Colombia (con Arg/Paesi Bassi/Ger/Sve/Uru/USA/Svi/Dan/Fr)
Anno di uscita: 2020
Genere: drammatico/war/action
Durata: 102’ 

TRAILER
SCHEDA IMDB

Cast (Attori principali)
Julianne Nicholson, Moisés Arias, Sofia Buenaventura, Julian Giraldo

Cast Tecnico
Soggetto, Sceneggiatura e Regia:
Alejandro Landes Fotografia: Jasper Wolf Montaggio: Yorgos Mavropsaridis, Ted Guard, Santiago Otherguy

Distribuzione Italiana: I Wonder Pictures
Data di uscita: 20 agosto 2020 (cinema)

Intreccio e personaggi

In cima a una montagna colombiana difficilmente raggiungibile, otto adolescenti vengono soprannominati Monos (co-protagonisti) e si identificano attraverso i loro pseudonimi (Rambo, Lupo, Lady, Svedese, Puffo, Cane, Boom Boom e Gambalunga). La loro quotidianità è vissuta eseguendo esercitazioni di addestramento militare sotto il controllo di una misteriosa Organizzazione che impartisce loro gli ordini per mezzo di un Messaggero. Nascosta in una delle loro tende, i Monos sorvegliano una prigioniera americana – sequestrata per ragioni politico/militari – che viene identificata come la Dottoressa (co-protagonista). Tra punizioni, amori segreti e combattimenti, i Monos portano alle estreme conseguenze il loro modus vivendi fino a giungere a un punto di non ritorno.

Temi

L’opera prima di finzione del colombiano Alejandro Landes ruota attorno al suo tema principale, dichiaratamente politico. Monos, infatti, che in spagnolo significa “scimmie”, è a detta del regista metafora della Colombia, Paese giovane e ancora alla ricerca della sua identità, che vuole contrastare con l’antico colonialismo. Per questo i ragazzi costretti come novelli soldati ad eseguire ordini da un’entità superiore simboleggiano tutti i colombiani, che rischiano di farsi comandare invece che sviluppare una propria coscienza, libera e autonoma. In tal senso Monos è anche un Romanzo di formazione che non nasconde le proprie ascendenze ai celeberrimi romanzi Il signore delle mosche di William Golding e Cuore di tenebra di Joseph Conrad. All’interno dell’universo “chiuso” dei Monos vi è lo spazio segreto per la trasgressione nel rapporto con l’autorità coercitiva (amori, disobbedienze, nascondimenti) tipico dell’adolescenza e – di contro – quell’insaziabile ancorché necessario desiderio di dinamismo fisico che non raramente sfocia in violenza. E la violenza – qui gratuita e senza senso – è un altro degli argomenti cardine del film, mostrata soprattutto nella sua pericolosa leggerezza di “gioco al massacro”.

Linguaggio

Costruito su un apparato audio/visivo notevolissimo, Monos è un’opera che pone enfasi agli aspetti formali a svantaggio della chiarezza narrativa, volutamente confusa e ridotta a poco dialogo di contenuto. Per il suo autore ciò che conta è con evidenza il racconto per suggestioni sonore e visive, elementi di rilevanza metaforica perché atti ad esprimere l’energia adolescenziale: poco esplicativa ma ricchissima di gesti e rumori. Landes per questo ha prestato estrema attenzione alla colonna musicale, composta da Mica Levi, strutturata su sonorità atipiche e composta dal rumore di oggetti, decisamente sperimentale e anti-narrativa. Su tali suoni sono sintonizzati i Monos, ridotti a semi-selvaggi obbedienti ma istintivi. L’unico legame con la “civiltà” è rappresentato dalla donna americana, figura contrastiva, anche simbolo di un universo colonialista che la nuova identità colombiana vuole annientare.   L’uso di lunghi pianisequenza alternati a un montaggio furibondo, di ellissi temporali, di movimenti di macchina “a misura dello sguardo adolescente” fanno di Monos un interessante testo del nuovo cinema sudamericano.

Scheda didattica redatta da ANNA MARIA PASETTI

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