La paranza dei bambini (2019)

Regia: Claudio Giovannesi

Titolo originaleid
Nazionalità: Italia
Anno di uscita: 2019
Genere: crime movie/drammatico
Durata: 110’

SCHEDA IMDB
TRAILER

Cast (Attori principali): Nicola “o’Maraja” (Francesco Di Napoli), Ar Tem (Tyson), Alfredo Turitto (Biscottino), Viviana Aprea (Letizia), Valentina Vannino (Madre di Nicola), Pasquale Marotta (Agostino), Renato Carpentieri (don Vittorio)

Cast Tecnico:
Regia: Claudio Giovannesi, Soggetto: Roberto Saviano (dal suo omonimo romanzo, ed Feltrinelli) Sceneggiatura: Claudio Giovannesi, Roberto Saviano, Maurizio Braucci Fotografia: Daniele Ciprì, Montaggio: Giuseppe Trepiccione, Musica: Andrea Moscianese, Claudio Giovannesi Scenografia: Daniele Fabretti, Costumi: Elisa Bellini

Produzione: Carlo degli Esposti e Nicola Serra per Palomar, con Vision Distribution, Sky Cinema, TimVision

Distribuzione Italiana: Vision Distribution
Data di uscita: 13 febbraio 2019 (cinema)

Intreccio e personaggi         

Determinati a fare soldi e conquistarsi il quartiere dove abitano – il Rione Sanità – sei quindicenni creano una sorta di fratellanza chiamata “paranza”. Alla guida c’è il giovane “boss” Nicola detto “o’Maraja” (protagonista), coraggioso, intelligente e spregiudicato: dietro la sua intenzione di conquista c’è anche un’idea di giustizia per i più deboli del quartiere vessati da altri clan camorristici, come sua madre che paga regolarmente il pizzo per la sua lavanderia, ma in realtà questo sogno di bene attraverso il male non può che condurre a una distruzione irreversibile.

Temi         

Sullo sfondo di una Napoli criminale contemporanea, il film rileva l’incandescente vivacità delle nuove generazioni che crescono contagiate dai comportamenti violenti e fuori legge delle proprie famiglie o di quelle che detengono il potere e agiscono, a tutti gli effetti, quali padroni dei vari quartieri. Nel pieno delle turbolenze adolescenziali, questi ragazzi si aggregano in gruppi criminali detti “paranze” che “fotocopiano” i clan camorristici aggiungendovi la spregiudicatezza dell’incoscienza. In tale contesto è chiaro si evinca l’obiettivo di denunciare il malessere profondo di una società (napoletana, per estensione meridionale, ma non solo) deviata, “infettata” ab origine, e che continua a rigenerarsi coinvolgendo soprattutto i più piccoli, ovvero la frangia più fragile e suggestionabile della catena umana e sociale, giacché mal protetta – se non del tutto lasciata allo sbando – da chi dovrebbe tutelarla: la famiglia e – in ultima istanza – lo Stato. Rispetto all’opera di Saviano, che concentra l’attenzione quasi esclusivamente su quanto sopra esposto, l’adattamento operato da Giovannesi aggiunge altri elementi tematici. Questi si condensano nella mescolanza dei generi “teen movie” e soprattutto “romanzo di formazione” di segno opposto con l’intento di evidenziare una precoce perdita d’innocenza dei protagonisti orientata verso una “carriera criminale”: in altre parole l’universale lotta fra il Bene e il Male nella formazione della coscienza qui ha una chiara deriva negativa. Mettendo in campo tutte le componenti tipiche dei passaggi infanzia-adolescenza-età adulta (ribellione alla famiglia e alle regole costituite, pulsioni sessuali, prime relazioni amorose, nascita del senso di appartenenza e del desiderio di possesso) La paranza dei bambini ne accelera le tempistiche e vi apporta un movente fondamentale: l’assoluta attrattiva del denaro inteso istintivamente come mezzo fondamentale di autonomia, benessere materiale (spesso legato all’abbigliamento, tecnologia, divertimento..) e, chiaramente, di potere.

Linguaggio        

Girato con movimenti di macchina e inquadrature “intonati” al ritmo dei suoi giovani protagonisti, e in particolare di Nicola “o’Maraja”, che del film è il punto di vista, La paranza dei bambini offre ai suoi spettatori l’invito alla condivisione, se non addirittura all’immersione, delle loro tensioni contraddittorie, fra pulsioni criminali e comportamenti “giocosamente” goffi, tipiche dell’età adolescenziale. Giovannesi mette i suoi ragazzi – mai giudicati e sempre osservati al loro fianco con la macchina da presa letteralmente a misura dei loro occhi – al centro dell’arena metropolitana di una Napoli fatta da quartieri (centrali e periferici) labirintici e popolare, caotica e “posseduta” dal demone della criminalità. Tra esterni che vanno dal luminoso al livido (girati in luogo) e interni vivacemente cromatici (se non psichedelici riferendo le sequenze girate in discoteca), il film “sinesteticamente” di umori, colori, sapori, sogni e delusioni dei suoi protagonisti, tutti presi dai luoghi d’ambientazione e – come da tradizione del regista romano – non attori professionisti ad eccezione di alcuni adulti, uno su tutti Renato Carpentieri.

Scheda didattica redatta da Anna Maria Pasetti

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