La famosa degli orsi in Sicilia (2019)

Regia: Lorenzo Mattotti

Titolo originale: La Fameuse Invasion des ours en Sicile
Nazionalità: Francia, Italia
Anno di uscita: 2019
Genere: animazione
Durata: 82’

Fasce età consigliate:
– 8-10
– 11-13 

TRAILER

SCHEDA IMDB

Soggetto: l’omonimo racconto di Dino Buzzati Sceneggiatura: Jean-Luc Fromental, Thomas Bidegain, Lorenzo Mattotti  Regia: Lorenzo Mattotti  Effetti Speciali: Jean Pierre Bouchet Montaggio: Hayedeh Safiyari Musiche: René Aubry

Produzione: Prima Linea Productions

Distribuzione Italiana: BIM
Data di uscita: 7 novembre 2019 (cinema)

Intreccio e personaggi

Nel tentativo di ritrovare il figlio rapito e di sopravvivere ai rigori di un terribile inverno, Leonzio decide di condurre il popolo degli orsi di cui è sovrano dalle montagne fino alla pianura, luogo dove invece vivono gli uomini. Dopo esser riuscito a superare alcune peripezie e grazie all’aiuto del mago De Ambrosiis, Leonzio sconfigge il malvagio Granduca, trova finalmente il figlio Tonio e viene eletto re di tutti. Tuttavia dopo qualche anno si rende conto che gli orsi non sono fatti per vivere accanto agli uomini.

Temi

Trasposizione dell’omonimo romanzo illustrato di Dino Buzzati — pubblicato a puntate sul “Corriere dei piccoli” nel 1945, per poi uscire in volume pochi mesi dopo — La famosa invasione degli orsi in Sicilia segna l’esordio cinematografico di uno dei più apprezzati fumettisti e illustratori italiani contemporanei. Strutturato come una fiaba di magia e sostanzialmente fedele al racconto originario, esso mette in gioco con vivace semplicità temi dal valore universale, quali la perdita, il lutto, la diversità e la paura che essa genera, il coraggio e il valore dell’amicizia, il tradimento delle proprie origini e della propria cultura. Tutti temi già presenti nel testo originario, ma che in questa trasposizione vengono assunti per essere attualizzati. Tanto che, se a uno sguardo disattento La famosa invasionepotrebbe apparire come un’operazione illustrativa, sono proprio le scelte operate da Mattotti a operare un importante scarto rispetto al testo del 1945. Innanzitutto perché l’autore sceglie di “incorniciare” la vicenda in un cunto siciliano, traducendo in tal modo il punto di vista inaffidabile attraverso il quale è articolata la narrazione di Buzzati, e contemporaneamente operando sul testo un’ulteriore stratificazione. In secondo luogo perché i temi tipici della produzione buzzatiana (come il contrasto Città-Campagna ad esempio), così come l’astrazione di cui è permeata il racconto illustrato, vengono felicemente tradotti senza che lo spirito dell’opera ne risulti tradito.

Linguaggio

Il progetto impegnativo e dalla lunga durata — ci sono infatti voluti ben sei anni per realizzarlo — si distingue per l’incontro sul territorio dell’audiovisivo di due importanti personalità autoriali che hanno a lungo sperimentato linguaggi para-cinematografici. Se infatti il testo che è all’origine era uno sperimentale quanto originale tentativo da parte dell’autore de Il deserto dei tartari di far dialogare le parole con le immagini (Buzzati eseguì personalmente i disegni per le tavole illustrate che corredavano e completavano il testo), quello prodotto da Mattotti è un altrettanto sperimentale tentativo di far dialogare tratti e tecniche diverse, come ad esempio l’animazione 2D con quella 3D. Un’operazione di contaminazione nella quale tuttavia l’autore non permette mai che le sue riconoscibili linee perdano originalità. Riproducendo una Sicilia magica e arcaica – e dunque assolutamente irriconoscibile, portando così a un ulteriore livello il processo di astrazione che informava l’albo illustrato – attraverso gli accesi e dinamici cromatismi che da sempre ne distinguono il tratto.

Significativa appare anche la scelta del doppiaggio, ovvero del coro delle voci al quale è affidata la narrazione. Più dell’originale versione il lingua francese infatti, quella italiana fa infatti emergere l’aspetto simbolico che le connota. Nella quale spicca quella del compianto Andrea Camilleri che, oltre ad aumentare l’adesione emotiva, è capace di provocare delle vere e proprie vertigini autoriflessive.

Scheda didattica redatta da FRANCESCO CRISPINO

Customized Social Media Icons from Acurax Digital Marketing Agency
Visit Us On FacebookVisit Us On YoutubeVisit Us On Instagram