Alla mia piccola Sama (2019)

Regia: Waad al-Kateab, Edward Watts

Titolo originale: For Sama
Nazionalità: Gran Bretagna, Siria
Anno di uscita: 2019
Genere: documentario
Durata: 95′
Data uscita: 13 febbraio 2020 (Italia)

TRAILER
SCHEDA IMDB

Cast (Attori principali)
Hamza Al-Khateab, Sama Al-Khateab, Waad al-Kateab

Cast Tecnico
Regia:
Waad al-Kateab, Edward Watts, Fotografia: Waad al-Kateab, Montaggio: Chloe Lambourne, Simon McMahon, Musiche: Nainita Desai

Produzione: Channel 4 News, Channel 4, Frontline, ITN Productions, PBS Distribution, WGBH
Distribuzione: Wanted Cinema

Intreccio e personaggi

“For Sama” è il racconto autobiografico di Waad al-Kateab, studentessa universitaria siriana tra il 2012 e il 2017. Waad ha 26 anni, vive ad Aleppo. E’ sposata con Hamza, medico nell’ospedale di Al Quds, l’ultimo rimasto attivo in città durante il conflitto. Hanno una bambina, Sama, di poco più di un anno. Sono gli ultimi giorni della battaglia di Aleppo, Waad e Hamza subiscono ogni giorno il pericolo dei bombardamenti e il rischio di morire in qualsiasi momento. Waad, per paura di non riuscire a vedere crescere sua figlia, decide di registrare un video-messaggio per raccontarle la storia della sua vita e di come è venuta al mondo. E’ da qui che inizia la lettera di Waad a sua figlia Sama. La regista racconta di come lei e Hamza si sono conosciuti ai tempi dell’università, delle prime rivolte in piazza contro la dittatura di Bashar al-Assas, della brutale repressione del regime. Tutti gli eventi sono documentati dalla videocamera di Waad. Il racconto prosegue con la nascita di Sama, la continua lotta per la libertà da parte dei suoi genitori, la ribellione e l’esilio, in un esodo che potrebbe portarli alla morte. La repressione del regime è spietata e la Siria sprofonda in una sanguinosa guerra civile. L’ospedale di Hamza viene distrutto con ogni tipo di arma e continua a subire continui attacchi. In queste circostanze molti siriani decidono di fuggire. Waad e Hamza si confrontano sul da farsi: partire o restare. La salvezza di passare il confine con la Turchia vale quanto abbandonare gli ideali, gli amici e insegnare ai propri figli che la fuga senza lottare è una opzione da tenere sempre in considerazione?

Temi

For Sama è innanzitutto una cruda testimonianza del conflitto siriano e rende gli spettatori consapevoli delle atrocità della guerra. Waad al-Kateab racconta il dramma, il l’orrore e la disperazione senza indugiare mai un momento. Ma al tempo stesso la regista decide di raccontare il coraggio e la lotta di chi è in prima linea per salvare le vite umane, la determinazione di chi decide di restare in un Paese dilaniato dalla guerra per tentare di portare il proprio contribuo per la pace.  Waad al-Kateab è una giornalista e i suoi reportage sono un materiale straordinario e prezioso per l’opinione pubblica mondiale. «io continuo a filmare, questo rende l’incubo più sopportabile». Waad incarna in se stessa la lotta per un ideale e la figura di madre. Questa doppia identità sembra confliggere. Waad sente il bisogno di spiegare a sua figlia le proprie decisioni e azioni. Ed è questa la motivazione che anima tutto il film, dedicato a sua figlia: «Sama, in che vita ti ho trascinato? Potrai mai perdonarmi? Ho bisogno che tu comprenda perchè tuo padre e io abbiamo fatto quete scelte.  Ho bisogno che tu capisca perché siamo rimasti». For Sama è un documentario di denuncia ma al tempo stesso intimo e familiare.  Il racconto dei primi mesi di vita della piccola si intersecano con le barbarie dei combattimenti e con le riflessioni sulla vita e la guerra della madre e del padre. La gioia per la vita si mischia dunque ai lutti e alle difficoltà vissuti dagli assediati. la voglia di vivere prevalga sulla paura delle morte, necessità di continuare a lottare e ottenere, un giorno, la libertà. Il tenere insieme la dimensione di cruda denuncia dei fatti pubblici e la tenerezza della dimensione familiare a rendere il film potente e intenso.

Linguaggio

“For Sama” è un documentario che ha forma di lettera cinematografica della regista a sua figlia. Da questa premessa la scelta di un racconto in prima persona, con la voce narrante della regista presente in tutto il film, a cui si alterna il racconto in presa diretta di alcune situazioni. (Nella versione italiana, la voce narrante è affidata all’attrice Jasmine Trinca). Waad ha filmato e archiviato circa 500 ore di girato, che ha una duplice natura. Da una parte si tratta di home movies, ovvero filmati amatoriali di famiglia; dall’altra una testimonianza delle terribili vicende politiche in forma di reportage giornalistico. La narrazione, proprio come in una lettera, non è strutturata in modo cronologico ma al contrario in un continuo alternarsi di tempi diversi, come a inseguire il flusso dell’anima, e non la cronologia didascalica degli eventi, pubblici e personali. Il racconto ha inizio nel 2016 per poi subito tornare indietro, con un flashback al 2012, l’inizio della rivoluzione, e proseguire con questo ritmo per tutto il film. Le immagini della guerra documentate sono terribili. Waad osserva e cattura tutto, non arretra di fronte a niente: dai corpi martoriati alle madri disperate. Un chock visivo potente, perchè raccontato dall’interno, ben diverso dalle immagini proposte dai media occidentali per riferire del conflitto in Siria, che spesso creano solo assuefazione e distanza nell’opinione pubblica. Waad filma con il consenso di chi le sta intorno. Come quando la madre di un bambino ferito la esorta, urlante, rivolta verso l’obiettivo della sua videocamera, di continuare a filmare affinché tutti sappiano che cosa stanno patendo i

Scheda didattica redatta da FLAVIA MONTINI

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